Al problema degli ancoraggi eco-compatibili, diventato centrale nell’evoluzione della gestione dei parchi marini per rendere fruibili al pubblico, in modo super controllato, tutte le aree protette, Resinex ha dedicato un convegno dal titolo “L’ancora fantasma – Gli ormeggi ecocompatibili nelle aree marine protette” svoltosi venerdì 9 novembre 2007 ad Alghero. Va ricordato che in Italia spesso si impiegano ancora i “corpi morti”, realizzati con la posa sul fondo marino di una serie di blocchi in calcestruzzo, più o meno grandi, collegati con una catenaria alla quale vengono fissate le boe. Ingombrante, invasivo e, a volte, devastante per l’habitat, l’utilizzo dei corpi morti è un sistema da superare. Già, ma in che modo?
Il convegno Resinex è stato l’occasione per riunire gli esperti del settore: i direttori delle aree marine protette, i produttori dei più innovativi sistemi di ancoraggio al fondale, i tecnici progettisti, gli operatori subacquei, gli imprenditori, i gestori dei campi ormeggio, i produttori di boe come Resinex e gli utenti erano tutti impazienti di raccontare le proprie esperienze ed esporre le future esigenze alla luce delle varie problematiche tecniche emerse sul campo. Gli intervenuti hanno concordato sulla necessità di un approccio sistematico, nelle indagini preliminari, alla realizzazione di un campo ormeggio. È indispensabile un esame delle caratteristiche peculiari del luogo: le condizioni meteomarine, le batimetrie, le problematiche legate alla flora e alla fauna presenti, la tipologia e stratigrafia del fondale (indagini geotecniche).
Tutte queste informazioni, associate alle tipologie e alle dimensioni delle imbarcazioni che dovranno utilizzare il campo ormeggio, sono elementi fondamentali per un’adeguata progettazione dell’installazione. È anche indispensabile un’accurata scelta dell’abbinamento tra i diversi elementi tecnici, con un’analisi globale dell’intervento: gli ancoraggi ecocompatibili, le linee di ormeggio dotate di jumper, le boe di superficie, non possono essere che la risoluzione di specifiche problematiche legate alle caratteristiche del luogo.
Il convegno organizzato da Resinex, il primo in Italia nel suo genere, ha iniziato a dare risposta a una serie di esigenze tecniche strategiche per il futuro dell’ecoturismo.
Per ottenere degli ancoraggi al fondo roccioso che garantiscano tre condizioni: basso impatto ambientale, sicurezza e ridotti costi di messa in opera ed esercizio. È fabbricato in acciaio inox Aisi 416: la testa del tassello è sostituibile in base alle necessità. Il golfare in acciaio zincato standard, può essere rimpiazzato con un manicotto in acciaio inox, oppure con una piastra per ancoraggi al fondo in acciaio zincato, con un golfare in acciaio inox o altro. Rispetto al corpo morto, il tassello Divemex ha il vantaggio di poter essere posizionato in basso fondale, ottenendo ancoraggi più stabili e occupando meno spazio. Per ottenere la stessa tenuta serve un corpo morto di 6 metri cubi.
L’ancoraggio Manta Ray
Il sistema Manta Ray è stato messo a punto dalla Marina degli Stati Uniti con la denominazione di “pile-driven plate anchors” (PDPA), ma dopo la privatizzazione del brevetto la società Foresight products di Denver, attuale produttore, ha cambiato il nome in Manta Ray.
Le ancore Manta Ray possono essere di varie dimensioni per offrire la scelta migliore in base al tipo di suolo in cui devono essere impiegate e alla trazione a cui saranno sottoposte. Tutte sono dotate di una cuspide a croce con terminale svasato ed ali laterali, anch’esse svasate, per favorirne la penetrazione al suolo. Nella parte posteriore dispongono di un alloggiamento cilindrico per accogliere l’utensile guida del martello percussore e seguirne la direzione di infissione. L’ancoraggio Manta Ray è inamovibile e in nessun caso, quando viene posato correttamente, può “arare” il fondale.
L’ormeggio Eco Blue 300
Si tratta di un sistema di ormeggio a impatto ambientale zero e facilmente rimovibile lasciando inalterato il fondale anche dopo lunghi periodi di utilizzo. Eco Blue 300 è stato studiato per i fondali sabbiosi e fangosi del Mediterraneo e non dà problemi anche in presenza di formazioni di alghe e praterie di Posidonia. Il sistema si compone di uno speciale strumento brevettato, in acciaio inox, che viene “avvitato” manualmente sul fondo da due soli subacquei, e dal quale fuoriesce la parte terminale dotata di anello, per fissare la linea di ormeggio desiderata. Sulla base del tipo di fondale riscontrato, che deve in ogni caso essere di natura sabbiosa, fangosa o con presenza di Posidonia, vengono realizzate e poi installate le Eco Blue 300 nelle dimensioni ideali. Per ultimo viene montato lo speciale dispositivo antisvitamento.
Il sistema MarPark
Lo studio Mirelli Engineering, per la Italgest Mare e la Safebay, ha sviluppato la realizzazione di ormeggi con gavitelli a tecnologia wireless. Tramite il raggruppamento d’imprese Em Sailing e Sisgen sono stati realizzati campi boa per l’ormeggio di navi da diporto con metodologie innovative, ma soprattutto a basso o quasi nullo impatto ambientale. Resinex ha poi realizzato su specifiche tecniche esclusive i gavitelli predisposti per l’elettronica destinata al pilotaggio e gestione del campo boe. Dopo diverse sperimentazioni si è giunti alla configurazione, gavitello – boa “Mar Park”, catenaria con jumper ed ancora di fondo con Manta Ray o micro pali.