È questa la nuova frontiera della ricerca e della prevenzione a livello mondiale: il controllo del fondo degli oceani per tenere sempre monitorate le correnti marine e i megaflussi delle acque e assicurarsi che movimenti tellurici sotterranei non provochino disastri ambientali inattesi e improvvisi. La sorveglianza e lo studio del fondo marino passano naturalmente anche attraverso la tecnologia sviluppata dalla Resinex in quasi 50 anni di attività nel campo del galleggiamento. Sono con marchio Resinex, infatti, le parti galleggianti di molte delle installazioni più avanzate sparse per il mondo in questo settore. Per restare nel Mediterraneo, basta ricordare il sistema Alenia per il controllo del bradisisma di Pozzuoli, nel golfo di Napoli, formato da una meda elastica che supporta sensori in grado di misurare i movimenti del fondo marino. Oppure la meda elastica fornita da Resinex per una profondità di 65 metri e usata dall’Università di Firenze, dipartimento di Scienze della terra, per gli strumenti che tengono sotto controllo dal mare l’attività del vulcano Stromboli, nelle isole Lipari. Più lontano, nel Golfo del Bengala, galleggianti di profondità Resinex vengono impiegati da Envirtech nei dispositivi della classe Poseidon, messi a punto per l’istituto per le ricerche oceanografiche indiano (Niot). Si tratta di sistemi per il segnalamento precoce dei fenomeni di tsunami, posizionati a profondità superiori ai 3 mila metri dalla nave oceanografica Sagar Kanya. Queste stazioni abissali vengono usate per la rilevazione e la misurazione degli tsunami nel nuovo sistema di allarme dell’Oceano Indiano. Anche impianti colossali come i sistemi FPSO (Floating Production, Storage and Offloading) per l’estrazione del petrolio in alto mare hanno bisogno di tenere sotto costante controllo le onde. La Id Scope del principato di Monaco è specializzata in meteorologia marina e per i suoi sistemi di monitoraggio forniti in Angola e in Nigeria per i campi offshore della Total, ha richiesto la sicurezza dei galleggianti Resinex.