Il primo passo, verso la fine del 2006, è consistito nel posizionamento di un prototipo del sistema nel Tirreno del Sud, alcuni chilometri al largo di Palermo. È questo il banco di prova per il MeTas, Mediterranean Tsunami Alarm System, un progetto per il monitoraggio delle acque e del fondo sottomarino studiato da Telecom Italia ed Envirtech (www.envirtech.org) che è stato dotato di boe Resinex. Il prototipo è costituito da due componenti principali, sempre collegate tra loro da un modem acustico bidirezionale: una piattaforma situata alla profondità di 2.090 metri e un galleggiante per le trasmissioni satellitari. La piattaforma raccoglie i dati provenienti da idrofono, sismometro e registra anche le variazioni di pressione, direttamente correlabili rispettivamente ai precursori di uno tsunami e al passaggio dello stesso. La boa, che attraverso modem acustico o magneto induttivo resta connessa con la piattaforma sul fondo, trasmette via satellite i dati alla Les Inmarsat del Fucino che li inoltra ai laboratori di Envirtech per i test preliminari. Infine il tutto viene elaborato dall’Agenzia per l’ambiente e i Servizi tecnici (Apat) che fornisce il supporto scientifico e la valutazione dei risultati. Questa sperimentazione, per la quale vengono utilizzati galleggianti Resinex (una boa di 1,45 metri per 13 metri di lunghezza destinata alla ricezione e trasmissione dei dati, più altre 11 boe per 500 metri di profondità per l’alleggerimento dell’ormeggio del sistema), ha l’obiettivo di calibrare le procedure di rilevamento e di allarme. A regime, i dati e gli eventuali segnali di pericolo saranno direttamente convogliati a un centro di controllo che li inoltrerà subito alle autorità competenti. Il sistema può essere dislocato in ogni parte del mondo e su fondali di qualsiasi profondità, ha quindi un range molto vasto di applicazioni potenziali.